Kigali 2025, il Ct dei Paesi Bassi in ricognizione sul percorso: “Non ci sono salite lunghe, ma per uomini da classiche come Van Aert e Van der Poel sarà molto difficile”

Ai Mondiali di Kigali 2025 manca ancora molto, ma delle gare iridate di questa stagione si parla già da un po’. Sul piano socio-politico la situazione in Rwanda, e soprattutto nella vicina Repubblica Democratica del Congo, è decisamente complicata, al punto che l‘Unione Ciclistica Internazionale avrebbe già pronto un “piano-B” nel caso in cui lo scenario dovesse rivelarsi impraticabile. Delle gare di Kigali 2025 si parla anche per via dei percorsi, dato che soprattutto le prove in linea si annunciano decisamente dure ed esigenti, tanto che quella Élite maschile presenta qualcosa come 5475 metri di dislivello, su 267,5 chilometri complessivi. 

Una prima impressione, che arriva direttamente dai luoghi in questione, la fa avere Laurens Ten Dam, ex corridore e da poche settimane nominato Commissario tecnico della Nazionale femminile dei Paesi Bassi. Il neerlandese è stato in Rwanda per partecipare a una competizione Gravel e ha colto l’occasione per dare un’occhiata in prima persona alle strade su cui si assegneranno, a scanso di cambiamenti, le maglie iridate del 2025.

Parlando della gara maschile, che prevede 9 giri del circuito “base”, un tratto in linea di 42,5 km e altri 6 giri del medesimo circuito precedente, Ten Dam si è espresso così: “Ci fosse da fare solo il circuito, come succederà per la competizione femminile, corridori da classiche come Wout van Aert e Mathieu van der Poel avrebbero avuto più possibilità – le sue parole raccolte da Sporza –  Ma i corridori dovranno fare anche quel tratto in linea che prevede l’ascesa a Mont Kigali (5,9 km al 6,9%) e al Mur de Kigali (400 m all’11%). Penso proprio che in quel settore gli scalatori più forti proveranno a fare la selezione. Così, per Van der Poel e Van Aert la parte più difficile sarà proprio tenere duro in quel frangente”.

Ten Dam sintetizza: “Non ci saranno sorprese, sicuramente vincerà un grande nome. Direi che sarà uno con un gran motore, che sa andare fortissimo in salita. A questo punto, non puoi non pensare a Remco Evenepoel o a Tadej Pogačar… Le due salite che ci sono lungo il circuito? La Côte de Kigali Golf (800 m all’8,1%), con un po’ di immaginazione, può essere accostata al Cauberg, mentre la Côte de Kimihurura (1,3 km al 6,3%) è caratterizzata anche dal pavé: mi ha ricordato l’Oude Kwaremont, anche se un po’ meno pendente”.

Il neerlandese ha potuto vivere da vicino anche l’ambiente, su cui, come detto ci sono preoccupazioni: “Ho fatto tanti chilometri in bicicletta nel territorio e non ho notato alcun segno di tensione – le parole di Ten Dam – Non sono ingenuo, so cosa sta succedendo nella RDC, ma in Rwanda non ho visto nulla di problematico. È giusto il Mondiale si faccia comunque qui? Il discorso è complicato. Le persone del posto mi hanno detto che il conflitto con il vicino Congo va avanti da anni. Non sta a me giudicare la cosa. Posso dire che ovunque siamo passati con le bici, le persone ci hanno festeggiato e incoraggiato, anche in villaggi piccolissimi. Poi, le immagini di Kigali le abbiamo già viste con il Tour du Rwanda degli anni scorsi: ci sarà un’atmosfera incredibile”.

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